La struttura
La Nascita di Venere di Sandro Botticelli, dipinta tra il 1484 e il 1486, è considerata da molti il capolavoro della pittura italiana del Rinascimento.
L'equilibrio della composizione, la disposizione dei gruppi di figure e la posizione dell'orizzonte non sono affatto dovuti al caso.
Qual era il segreto di Botticelli? Come ha strutturato il suo lavoro in modo che sembri così familiarmente equilibrato?
Per rispondere a queste domande, dobbiamo scavare nella storia e comprendere gli strumenti di misura utilizzati all'epoca.
L'opera di Sandro Botticelli misura 1,72 m di altezza per 2,78 m di larghezza.
Perché queste misure precise e non 1,70 per 2,80 m o 1,80 per 3 m?
Per spiegare questa scelta di misure, dobbiamo guardare alla storia, e in particolare al sistema di misura utilizzato all'epoca.
Prima dell'avvento del sistema metrico decimale nel 1792, le misure si basavano sulle proporzioni del corpo umano: pollici, piedi e cubiti.
I costruttori di cattedrali avevano sviluppato un sistema di cinque misure che rappresentava un vero e proprio sistema standard a cui tutti i mestieri potevano fare riferimento in un cantiere: il palmo, il palmo, l'empano, il piede e il cubito.
Il palmo misurava circa 7,7 cm, il palmo 12,4 cm, il giogo 20,2 cm, il piede 32,6 cm e il cubito 52,9 cm
Se prendete le vostre misure e le mettete in relazione tra loro, otterrete un risultato vicino, ma non esatto.
Lo scopo del sistema sviluppato dai Compagnons Bâtisseurs era quello di imporre un insieme comune di misure a tutti i lavoratori del cantiere.
Ora sappiamo che esiste un rapporto costante tra queste cinque misure. Se si divide una di queste misure per la precedente (ad esempio cubito/piede, o palmo/palmo), si ottiene un numero irrazionale vicino a 1,618.
Se si moltiplica una di queste misure per questo numero, si ottiene la misura successiva (ad esempio, empan x 1,618 = piede)
Se si somma la lunghezza di due misure adiacenti, si ottiene la terza: palma palma = empan, o piede empan = cubito.
Nel XIX secolo questo numero fu chiamato "numero d'oro", ma Luca Pacioli, il cui trattato di matematica fu illustrato da Leonardo da Vinci, lo chiamò "divina proporzione". Già ai suoi tempi, Euclide parlava di "dividere un segmento in estremi e medi" per ottenere un rapporto armonico tra due lunghezze.
Al rapporto aureo è dedicato un capitolo alla fine di questo sito.
Torniamo alle dimensioni della Nascita di Venere. Convertito nelle misure dell'epoca, il dipinto misura 5 x 8 piedi, ovvero 8 x 13 empi!
Questo formato specifico, in cui il rapporto tra larghezza e altezza è pari a 1,618, è chiamato "rettangolo aureo".
All'epoca era consuetudine dividere l'altezza di un dipinto per 8 e posizionare la linea dell'orizzonte nella terza o quinta posizione orizzontale. In questa sequenza di numeri (3, 5, 8, 13), nota come sequenza di Fibonacci, il rapporto tra un numero e quello precedente tende a 1,618, il famoso rapporto aureo. Questo rapporto è identico a quello che regola la sequenza di misure utilizzate dai costruttori di cattedrali nel Medioevo: palmo, palma, campata, piede e cubito.
Tutte le opere pittoriche e architettoniche dell'epoca erano significative, cioè cariche di simboli divini. La religione era onnipresente all'epoca. Il maestro di Sandro Botticelli fu Fra Filippo Lippi, pittore monaco del primo Rinascimento. Per Botticelli, l'uso di proporzioni umane per strutturare le sue opere era il risultato di un'abilità segreta, ma anche un richiamo a nozioni sacre.
La "Divina proporzione", citata contemporaneamente da Luca Pacioli e Leonardo da Vinci, alludeva alla geometria, alle proporzioni umane e quindi alla creazione divina.
Volevamo trovare il massimo comune divisore tra la larghezza e l'altezza dell'opera (immagine sopra). Il risultato è, nel sistema metrico odierno, prossimo a 21,3 cm, cioè vicino alla misura di un giogo dell'epoca. L'empano misura la distanza tra il pollice e il mignolo, con le mani separate.
Una griglia di quadrati regolari basata su questa misura (che potrebbe essere stata la misura dell'empanus di Boticelli stesso!) è stata sovrapposta al famoso dipinto. Le linee rosse rappresentano la divisione dell'altezza e della larghezza del dipinto secondo il famoso Rapporto Aureo.
Prima osservazione: le dimensioni esterne del dipinto rappresentano un "rettangolo aureo" (larghezza/altezza = 1,618 = rapporto aureo)
Seconda osservazione: la divisione formata dalle linee rosse rivela la struttura del dipinto: la posizione precisa della linea dell'orizzonte, la collocazione dei diversi personaggi e la conchiglia che dà vita a Venere.
Terza osservazione: le linee della griglia e quelle ottenute dividendo le dimensioni esterne per il rapporto aureo coincidono perfettamente!
È evidente che, per dare struttura alla sua opera, Sandro Botticelli ha utilizzato quello che l'architetto Le Corbusier chiamava "schema regolatore" basato sulle misure del suo tempo, cioè le proporzioni umane.
Questo sistema di proporzioni conferisce all'opera un equilibrio complessivo dei diversi volumi che compongono il dipinto e un'armonia naturale.
La figura seguente mostra le proporzioni interne del dipinto confrontate con le principali unità di misura utilizzate all'epoca di Botticelli: l'empano, il piede e il cubito.
Guardate il video qui sotto: spiega come la struttura dell'opera di Botticelli sia stata creata utilizzando una linea regolare complessa. Vedremo in seguito lo strumento utilizzato in questo video.